Caro
Papa Francesco,
sono
Antonio Giuseppe Abis, nato in Sardegna 62 anni fa ed emigrato a
Milano da oltre 40 anni.
Della
Sardegna conservo non solo tutti i miei ricordi di gioventù, ma
anche la formazione culturale e mentale.
Recentemente
ho scritto un romanzo dove racconto una storia autentica sarda che
riflette molti aspetti della vita di quel popolo singolare
Aspetti
che evidenziano i motivi dominanti della tragicità della vita sarda:
quella vita che, forse, poteva essere diversa se vissuta senza tener
conto di quei codici censiti nella notte dei tempi dai nostri
antenati.
Quel
rispetto dei codici che porta alla trasmissione delle tradizioni e
degli usi comportamentali e rituali, contraddistingue la Sardegna, ma
allo stesso tempo la imprigiona in una realtà senza tempo.
Mi
chiedo se una formazione più cristiana poteva cambiare il destino di
quelle vite, protagoniste di storie, che si sono avvicendate nei
secoli.
I
soggetti delle vicende che ho narrato recitano un ruolo che si
ripete nel tempo, con lo stesso linguaggio perifrastico, con gli
stessi rituali quasi scaramantici e, immancabilmente, rimangono
vittime di un destino che quel popolo, eletto da Dio ma nominato
dagli uomini, aveva già previsto.
A
Sua Santità che nella sua visita pastorale in Sardegna ha dedicato
molta attenzione e interesse verso il popolo sardo e la sua terra,
voglio sottoporre questa mia storia che non è molto antica, ma che
il popolo sardo ha già vissuto tante volte.
Con la
massima devozione ed ammirazione
Antonio
Giuseppe Abis
Cusano
Milanino, 5 Novembre 2013
Antonio
Giuseppe Abis, via Cervino , 39 Cusano Milanino (MI)
Tel
026133259 - 3383459028
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